Cos’è il PLM? e che differenza c’è tra un sistema PDM (Product Data Management) e un sistema PLM (Product Lifecycle Management)?

“Ormai si parla di PLM da tanto tempo che il titolo di questo articolo può sembrare addirittura privo di significato o di alcun interesse, ma durante il quotidiano contatto con aziende, sia fornitrici sia utenti di soluzioni PLM, un po’ di chiarezza s’impone. Le presentazioni e i documenti che si possono trovare in rete sono pieni di definizioni date da illustri atenei o analisti di mercato, che hanno però il problema, in quanto definizioni, di essere molto “stringate” e talvolta criptiche.

Insomma, se non si impiega a fare un vero e proprio “parsing” interpretando parola per parola, non si capisce un granché. Ad alimentare i dubbi si aggiunge il fatto che molti fornitori di soluzioni danno al PLM una definizione che in realtà mira più a descrivere la propria soluzione sotto forma di concetto generale, che a fare realmente chiarezza, con il risultato di aumentare la confusione nel mercato. Innanzitutto occorre precisare che il Product Lifecycle Management è un insieme di tecnologia e atteggiamento aziendale. Solo la corretta analisi e il commitment dell’azienda ad agire su entrambi questi livelli, infatti, può garantire il successo di un progetto PLM.Il risultato dell’implementazione di un sistema PLM è un ambiente dove processi informatici e persone sono in grado di coordinare tutti gli aspetti delle vita “virtuale” di un prodotto, dalle fasi di analisi e stesura dei requisiti e dell’ideazione attraverso la produzione e la distribuzione fino all’eventuale manutenzione post-vendita.La differenza fondamentale tra il PLM e il PDM è che il primo indirizza le fasi del ciclo di vita di un prodotto ben oltre il classico passaggio dalla progettazione alla produzione – gestisce i dati concettuali relativi al prodotto durante le fasi di produzione, lancio del prodotto, distribuzione, controllo qualità, manutenzione e fornitura pezzi di ricambio, ritiro.Viene talvolta chiamato “la spina dorsale digitale”, “il serbatoio della conoscenza” del ciclo di vita di un prodotto perché permette a tutti i partecipanti di collaborare in tempo reale e mette in condizione l’azienda estesa di condividere/sfruttare il proprio capitale intellettuale eterogeneo.“